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Home Criminalità organizzata 'ndrangheta

Il Procuratore nazionale antimafia De Raho/”Il contrasto alle mafie funziona, anche in periodo di Covid. Ma lo Stato deve sostenere subito le imprese”

di Alessandro Ambrosini
09/12/2020
in 'ndrangheta, Notte Criminale, Roma
Il Procuratore nazionale antimafia De Raho/”Il contrasto alle mafie funziona, anche in periodo di Covid. Ma lo Stato deve sostenere subito le imprese”
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Il sistema di contrasto alle mafie nell’accesso a finanziamenti e appalti nell’ambito dell’emergenza coronavirus “credo che stia funzionando e anche molto bene: sono state numerosissime le indagini che hanno evidenziato i movimenti delle organizzazioni criminali e dei pregiudicati per reati di mafia”. Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, intervenendo a #UNLOCK_IT, seconda edizione di SUDeFUTURI, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia, che si tiene da oggi all’11 dicembre in diretta streaming dal Palazzo dell’Informazione di AdnKronos, in piazza Mastai a Roma.

Intervistato dal giornalista Paolo Mieli, il procuratore ha sottolineato che “numerose sono state le individuazioni di pregiudicati, a volte anche detenuti, a cui era andato quel soccorso messo in campo dallo Stato per sostenere le fasce di popolazione più disagiate”. “E sulle aziende mafiose ricordo una delle indagini che hanno portato al sequestro di aziende costituite anche all’estero che dovevano provvedere all’acquisto di mascherine nei mesi di aprile e maggio. E proprio attraverso il modello interistituzionale e di collaborazione tra forze di polizia, magistratura e agenzia delle Dogane si è riusciti a bloccare inizialmente l’acquisto e poi procedere per turbata libertà degli incanti, e poi alla individuazione delle società con partecipazione italiana costituite in Qatar e su cui c’è ancora in corso attenzione di indagine”, ha continuato Cafiero De Raho. Risultati ottenuti, secondo il procuratore, perché “abbiamo una legislazione sia in materia antimafia che in materia anticorruzione che è la prima nel mondo, e dall’estero guardano ad esso come un modello per quello che negli anni l’Italia è riuscito a fare, fin dagli anni ’70. Nello stesso momento c’è la specializzazione delle forze di polizia, in primis la Guardia di finanza nel suo percorso di accertamento economico-finanziario. Poi c’è l’Agenzia delle Dogane, che rappresenta un osservatorio straordinario. Con loro come procura Nazionale antimafia abbiamo avviato un tavolo tecnico, insieme allo Scico della Gdf, sulla criminalità organizzata proprio per anticipare i movimenti della criminalità, sia per anticipare i movimenti nell’ambito dei finanziamenti sia per quanto riguarda la corruzione”, ha spiegato ancora. 

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E anche nei prossimi mesi le mafie proveranno a infiltrarsi. “Ovunque abbiamo occasione di creare profitto le mafie si pongono come soggetto al pari degli altri soggetti economici. La loro fisionomia oggi è diversa, le società di capitali attraverso cui si mimetizza la partecipazione mafiosa sono numerosissime. E numerosissimi sono i percorsi paralleli portati avanti”, ha spiegato Cafiero De Raho. La strada è sempre quella “di procedere in parallelo con prevenzione e repressione”. “Sulla base degli strumenti posti dalla legge, da un lato interdittive antimafia e controlli, e approfondimenti dalle procure distrettuali antimafia, dalla procura nazionale, dalla Guardia di Finanza, dall’Agenzia delle dogane, e dai Ros e dalla polizia di Stato con i suoi reparti specializzati. Questa è la prevenzione, l’impedimento che si possa accedere a finanziamenti e appalti, dall’altro la repressione con sequestri e arresti, che stanno continuando”, ha aggiunto. E sui rapporti con il commissario Arcuri. “Diverso è il compito di Arcuri che porterà avanti una politica economica riguardante anche gli appalti e su quella c’è un’altissima attenzione da parte di tutte le forze di polizia specializzata nel contrasto non solo alle mafie ma anche alla corruzione. Non può esservi una sovrapposizione, né intralcio o interferenza, sono totalmente diversi i campi di intervento delle forze di polizia e della magistratura e anche delle prefetture da un lato, e di Arcuri dall’altro per le sue attività di commissario”, ha concluso il procuratore. 

“Sarei portato a dire può essere accaduto, poiché il nostro monitoraggio è molto ampio, l’avrebbe dovuto evidenziare. Ma se è avvenuto, è avvenuto in una percentuale così contenuta da non dare immediatamente un proprio risultato”. Così il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, ha risposto alla domanda del giornalista Paolo Mieli sulla possibilità che in questi 8 mesi le mafie siano riuscite ad entrare nel circuito economico legale con i propri capitali a causa della mancanza di fondi per le imprese. Il procuratore ha ricordato che “in un momento come quello attuale, di grande sofferenza economica, sono stato, insieme a tanti altri, il soggetto che ha urlato che immediatamente arrivassero le liquidità, i fondi”. “Se arriva lo Stato infatti si impedisce alle mafie di entrare con il loro denaro, che altrimenti si possono impadronire di quel soggetto economico. Che diventa uno schermo per le mafie“, ha continuato. Secondo il procuratore, quindi, “è oggi importante che questi soggetti economici ricorrano allo Stato e a chi può aiutarlo”. “E non si lasci alla mafia la possibilità di entrare, perché si impossessa dell’anima dell’economia, alterandola”, ha concluso.

Tags: carabinieriguardia di finanzapoliziamafiaGicoRosScicoQatarAgenzia delle Doganecovid 19Statoimprenditoricommissario ArcuriFederico Cafiero De Rahoimpreseinfiltrazioni mafioseprocuratore nazionale antimafia
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